Circ. 195-2012 – Convegno 27.11.2012

CONVEGNO: LA VIOLENZA IN AMBITO FAMILIARE
 
La violenza che si riversa nel privato e nel quotidiano funge da
canalizzazione di conflitti, tensioni, aggressività cui si impedisce
di irrompere nel pubblico.
La  famiglia,  la  rete  dei  rapporti  primari,  lo  spazio  del  tempo
libero,  sono  i  luoghi  di  contenimento,  individualizzazione,
patologizzazione  e,  naturalmente,  di  legittima  espressione  di
vissuti conflittuali e frustranti. Sono i luoghi dove si concentra il
disagio  e  la  sofferenza  si  svela.  Dove  quindi  l’aggressività  è
confinata  e  separata,  privata,  soggettivamente  ed
oggettivamente, di contenuti sociali.
Le  pareti  domestiche  possono  essere  il  teatro  di  frequenti
violenze,  anche  perché  talvolta  la  famiglia  si  trasforma  in  un
sistema  di  attribuzioni  di  ruoli  maschili  e  femminili,  in  cui
prevale da un lato il modello di dominanza e dall’altro quello di
sottomissione.
La violenza intrafamiliare è, per la maggior parte, un fenomeno
maschile, che nasce dalla convinzione di poter dominare i diritti
corporei,  spirituali,  economici  e  relazionali  del  partner  e  dei
figli.  Se  la  donna  assume  un  ruolo  passivo  e  vittimistico,  la
spirale  della  violenza  può  raggiungere  livelli  aberranti  e
criminali.  
Così  dichiarava  una  vittima  qualche  mese  prima  di  essere
uccisa dal marito-padrone:
“…
sono  al  limite  della  mia  resistenza  psicologica  e  fisica  per
aver  sopportato  per  oltre  vent’anni  ogni  genere  di  angheria,
violenza morale e materiale sulla mia persona e su quella dei
miei  figli  da  parte  di  mio  marito.  Ora  che  con  la  crescita  dei
miei  figli  vedo  profilarsi  in  un  futuro  sempre  più  vicino  una
tragedia più grande di quella che io sono riuscita a contenere
limitandone  le  conseguenze,  mi  vedo  costretta  a  prendere
provvedimenti  ed  a  chiedere  aiuto  alle  autorità  preposte  a
prevenire  che  la  mia  situazione  sfoci  in  qualcosa  di
irreparabile…”
Riconoscere e conoscere quello che spesso succede tra le mura
domestiche  in  termini  di  danno  per  le  donne  e  per  i  minori,
sapere  che  per  violenza  e  maltrattamento  si  intende  tutto  ciò
che  implica  sopraffazione  psichica,  economica,  sessuale,  oltre
che fisica, vuole dire offrire alle donne la possibilità di rompere
il  segreto  senza  essere  accusate  di  complicità,  di  avere  la
certezza che non solo chi picchia o uccide compie un reato, ma
anche chi insulta, svilisce o minaccia.
Questo  evento  è  organizzato  per dare  voce  a  un  silenzio,  ma
sopra tutto rappresenta un atto dovuto alla forza, alla capacità
e al coraggio di tutte quelle donne che, abbandonando certezze
e convinzioni che avevano strutturato la loro vita, affrontando
sradicamento,  disagi,  difficoltà  e  spesso  l’ostilità  di  chi  le
circonda, hanno deciso di dire: “Ora basta!”