Vi trasmetto copia della lettera inviata dal Presidente del Consiglio Nazionale
Forense Avv. Guido Alpa al presidente del Consiglio Enrico Letta e al Ministro Guardasigilli dopo le espressioni pubbliche di Annamaria Cancellieri che in un fuori onda aveva dichiarato di incontrare gli avvocati "per toglierseli dai piedi" e che in un convegno presso Confindustria
a
veva parlato di lobby che frena sulle riforme. La decisione di non partecipare all'incontro fissato al ministero della giustizia è stata assunta questa mattina nel corso di una riunione con i presidenti degli Ordini forensi distrettuali, la Cassa forense, l'Oua.
III.mo on. Enrico Letta Presidente del Consiglio dei ministri;
Gent.ma Annamaria Cancellieri Ministro della giustizia
Signor Presidente del Consiglio, Signora Ministro,
in questi giorni abbiamo dovuto rilevare ripetute espressioni pubbliche del Ministro della Giustizia non adeguate al suo ruolo istituzionale e gravemente lesive della dignità e dell'alta funzione che la Costituzione italiana assegna all'Avvocatura.
In conseguenza di ciò, il Consiglio nazionale forense, i Presidenti di tutti gli ordini distrettuali, l'Organismo Unitario dell'Avvocatura e la Cassa forense, hanno stamane convenuto sull'inopportunità dì partecipare all'incontro con il Ministro della giustizia già fissato per il pomeriggio dì oggi.
Con vivissima delusione abbiamo dovuto constatare come le assicurazioni dal Ministro fomite circa la collaborazione e il coinvolgimento dell'Avvocatura nei progetti di riforma della giustizia siano state completamente disattese. L'Avvocatura, anzi, è stata additata falsamente dal Ministro della Giustizia come ostacolo alla modemizzazione del Paese.
Invece l'Avvocatura si farà carico di sottoporre al Parlamento – che è ancora sovrano in una democrazia parlamentare come la nostra – compiuti progetti di riforma della giustizia riguardanti:
– la disponibilità degli avvocati a concorrere in misura rilevante allo smaltimento dell'arretrato civile non solo in sede di appello ma anche in ogni altro grado della giurisdizione;
– la risoluzione delle controversie con forme diverse dal processo al fine di permettere a tutti l'accesso alla giustizia, oggi ostacolato anche dall'aumento esponenziale dei contributi unificati e dall'introduzione di istituti come la mediazione obbligatoria – anziché facoltativa
– che hanno chiaramente fallito la loro missione traducendosi piuttosto in un inutile aggravio di costi per il cittadino; – le camere arbitrali e di conciliazione istituite presso gli Ordini forensi;
– un progetto di riordino della geografia giudiziaria che realizzi un effettivo e dimostrabile risparmio di spesa ed un reale recupero di efficienza;
– un contributo dell'Avvocatura competente anche in materia di giustizia penale.
I nostri migliori saluti.
Guido Alpa