CPO: 8 marzo 2020

8 MARZO FESTA DELLA DONNA… PERCHÈ?

Forse non tutti sanno che questa festa trae origine da fatti realmente accaduti e, il fatto storico, non è il rogo della fabbrica di Cottons del 1908 a New York, né alcuna repressione poliziesca di manifestazioni sindacali.

La festa della donna nacque negli Stati Uniti il 3 maggio 1908 durante una conferenza quando Corinne Brown, discutendo dello sfruttamento operato dai datori di lavoro nei confronti delle operaie e delle discriminazioni sessuali subite in termini salariali e di orari di lavoro, volle dare rilievo mediatico alla situazione

Alcuni paesi europei, come Germania Austria e Svizzera, iniziarono a festeggiare la donna a metà marzo già agli inizi del secolo scorso. Le celebrazioni vennero interrotte durante la prima guerra mondiale finché l’8 marzo 1917 a San Pietroburgo le donne guidarono una grande manifestazione che rivendicava la fine della guerra.

In Italia la giornata internazionale della donna si tenne, per la prima volta, il 12 marzo 1922.

È solo il 16 dicembre del 1977 che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite propose ad ogni paese di dichiarare un giorno all’anno “Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle donne e per la pace internazionale” e di comunicare la decisione presa al Segretario Generale. L’assemblea accolse l’iniziativa e riconobbe l’8 marzo come data ufficiale.

Vogliamo ricordare in occasione della festa di quest’anno la Collega Italiana Lidia Poet, che visse a cavallo degli eventi innanzi ricordati.

Ella conseguì la laurea in giurisprudenza il 17 giugno 1881 presso l’università di Torino, superò con esito positivo l’esame da Procuratore dopo i due anni di pratica professionale e, quindi, chiese l’iscrizione all’Albo degli Avvocati di Torino. Fra molte polemiche la richiesta fu accolta a maggioranza: Lidia Poet divenne, comunque, la prima donna iscritta all’Ordine degli Avvocati di Torino, e d’Italia. Era il 1883.

Tale iscrizione generò tuttavia grande polemica nell’ambiente forense, pur in mancanza di uno specifico divieto. Il Procuratore Generale ritenne inammissibile tale iscrizione tanto da denunciarla alla Corte d’Appello di Torino che, incredibilmente, accolse la richiesta di cancellazione della Collega.

Ne seguì un articolato ricorso in Cassazione che confermò, però, l’espulsione.

La Poet non si lasciò scoraggiare, proseguì nella sua formazione personale e professionale, collaborò con il fratello Enrico, avvocato, occupandosi dei diritti dei più deboli e della causa del suffragio femminile.

Solo al termine del primo conflitto mondiale la legge L. 1179/1919 c.d. Legge Sacchi abolì l’autorizzazione maritale e autorizzò le donne ad entrare nei pubblici uffici fatta eccezione per Magistratura, Politica e ruoli militari.

La Poet nel 1920, all’età di 65 anni, entrò finalmente a pieno titolo nell’Ordine degli Avvocati, nel 1922 divenne Presidente del comitato pro-voto DONNE, e riuscì a partecipare al suffragio universale del 1946. Morì nel 1949.

Ad oggi, ad oltre un secolo di distanza, vi sono nel mondo ancora altre Lidia Poet che lottano per ottenere rispetto e dignità.

È interesse di tutti, uomini e donne, lavorare affinché non sia necessario ricordare, in una giornata dedicata, la donna che vive ancora oggi in contesti di diseguaglianza e discriminazione, perché il confronto sulle differenze è la condivisione dei ruoli e delle responsabilità è fondamentale per il miglioramento della vita di tutte e di tutti noi.

Ogni giorno è l’8 marzo!